Alla scoperta dei vini affinati in fondo al mare

Avete mai assaggiato un vino invecchiato in fondo al mare? È questa l’idea di Jamin, la startup di ingegneria subacquea nata a Portofino nel 2015, che si occupa di conservazione sottomarina di prodotti alimentari allo stato liquido. Un’idea innovativa che sta affascinando enologi e appassionati di vino in tutto il mondo. Ma cosa rende così speciale questa tecnica e quali vantaggi offre? Scopriamolo insieme.

L’origine del progetto Jamin

Jamin, fondata a Portofino nel 2015, si dedica alla conservazione sottomarina di prodotti alimentari, con un focus particolare sui vini. L’idea è nata dalla mente di Antonello Maietta, ex presidente dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) e attuale presidente di Jamin. Il nome stesso, Jamin, deriva dal dialetto ligure “giaminàre”, che significa “lavorare duro”. Questo impegno ha portato alla creazione di vere e proprie cantine subacquee situate a Portofino, Ravenna, Termoli, Acquappesa e Scarlino.

Il processo di conservazione subacquea

Le bottiglie destinate alla conservazione subacquea vengono immerse in ceste metalliche capaci di ospitare dalle 500 alle 1000 unità. Queste ceste vengono calate a profondità variabili: a Portofino si scende fino a 52 metri, mentre a Ravenna si raggiungono i 35 metri. Il processo di immersione e risalita è attentamente controllato per evitare danni alle bottiglie, con un costo complessivo che si aggira intorno ai 24.000 euro per ogni operazione.

Le bottiglie devono essere immerse oltre il termoclino, lo strato di mare che separa le acque superficiali dalle profondità, dove la temperatura rimane costante tra i 13 e i 14 gradi. Sensori e algoritmi avanzati monitorano costantemente le condizioni ambientali per garantire una conservazione ottimale.

I vantaggi del “cantinamento” subacqueo

La conservazione subacquea presenta numerosi vantaggi. La climatizzazione naturale del mare riduce il consumo energetico necessario per mantenere una cantina tradizionale, promuovendo così la sostenibilità. Inoltre, la pressione costante e l’assenza di luce solare diretta creano condizioni ideali per l’affinamento del vino, migliorando il sapore e la qualità del prodotto.

Un mercato in crescita

Il fenomeno del “cantinamento” subacqueo sta guadagnando popolarità a livello mondiale. Nel 2021, si stima che siano state conservate in mare circa 100.000 bottiglie, cifra che è salita a 400.000 nel 2022 e potrebbe raggiungere le 800.000 unità nel 2023. Paesi come Spagna, Francia e Argentina stanno adottando questa tecnica, mentre negli Stati Uniti, sebbene l’affinamento in acqua sia proibito, è legale acquistare vini conservati in questo modo.

Un futuro promettente

La missione di Jamin è quella di creare cantine di prossimità in vari territori, riducendo così l’impatto ambientale legato al trasporto dei vini. Investendo oltre il 30% dei propri fondi in ricerca e sviluppo, Jamin mira a perfezionare la tecnica di conservazione subacquea e a renderla accessibile a un numero sempre maggiore di produttori.

Conclusioni

L’affinamento subacqueo dei vini rappresenta una fusione affascinante tra tradizione e innovazione. Sebbene ancora agli inizi, questa tecnica promette di rivoluzionare il mondo dell’enologia, offrendo ai consumatori vini di qualità superiore e sostenibili. Moda passeggera o rivoluzione permanente? Solo il tempo lo dirà, ma per ora, l’idea di gustare un vino che ha riposato nelle profondità del mare è un’esperienza unica e affascinante.

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